In questa sezione verranno trattati temi inerenti sia alla Neurochirurgia che alla Medicina generale.
Di seguito trovate gli approfondimenti per quanto riguarda le principali patologie che trattiamo presso le Unità Operative di Neurochirurgia dell'Ospedale Meyer di Firenze e del Policlinico "Le Scotte" di Siena


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domenica 21 dicembre 2008

Ipertensione Arteriosa (1°)

Con il termine di ipertensione arteriosa si intende un aumento della pressione arteriosa che rappresenta la forza con cui circola il sangue.
Essa è legata alla spinta che il sangue riceve dal cuore. Si distingue una pressione massima o sistolica che è la pressione sanguigna nel momento della sistole cardiaca cioè quando il cuore spinge il sangue nelle arterie, ed una pressione minima o diastolica che rappresenta la pressione del sangue nel momento della diastole cardiaca cioè quando il cuore si riempie di sangue e non effettua nessuna spinta.
La pressione arteriosa tende a variare con l'età, nel corso della giornata e può aumentare in caso di sollecitazioni fisiche ed emotive.

Generalmente si considera normale una pressione arteriosa con valori inferiori a 140/90. Si parla di ipertensione lieve per valori compresi tra 140-159/90-99, di ipertensione moderata con valori tra 160-179/100-109 ed ipertensione grave per valori superiori a 180/110.
Occorre considerare che anche il solo aumento della pressione minima configura un quadro di ipertensione.
Già in presenza di valori della pressione minima tra 85-110 si parla di ipertensione leggera e grave quando la minima supera i 110 mmHg.

L'ipertensione arteriosa viene distinta in due categorie:
l'ipertensione arteriosa essenziale e l'ipertensione arteriosa secondaria.

Qundo vi sono malattie specifiche responsabili degli aumenti pressori si parla di ipertensione secondaria. In tutti i casi in cui non è possibile identificare la causa dell'ipertensione si parla di ipertensione essenziale.
Le cause dell'ipertensione secondaria saranno affrontate in un successivo articolo.

Generalmente l'ipertensione non da sintomi. In caso di valori elevati possono però comparire cefalea, ronzii alle orecchie, vertigini, perdita di sangue dal naso.

Sarebbe comunque buona regola controllare la pressione arteriosa periodicamente poichè potrebbe instaurarsi un'ipertensione senza che il soggetto abbia problemi.

E' opportuno considerare che nel sospetto di un'ipertensione arteriosa una prima misurazione va effettuata in condizioni idonee. Il soggetto deve stare rilassato e tranquillo. Sarebbe utile misurare la pressione in posizione seduta e in piedi ed inoltre effettuare almeno tre misurazioni a distanza di qualche minuto l'uno dall'altra. Potrebbe anche essere utile misurare la pressione a livello di entrambe le braccia.
In caso di dubbio si può effettuare una misurazione continua della pressione arteriosa per 24-48 ore mediante apparacchi tascabili (Holter pressorio) che danno un'informazione precisa sull'andamento della pressione arteriosa nel corso della giornata e in associazione con le diverse attività dell'individuo.

Le complicanze dell'ipertensione arteriosa sono molto serie poichè può causare grave danni ad organi vitali: cuore, cervello, retina, reni, vasi arteriosi.
Il cuore può andare incontro ad ipertrofia cioè aumenta la massa cardiaca con aumento del rischio di ischemia. Si possono verificare alterazioni del ritmo, dolori al petto (espressioni transitora riduzione del flusso di sangue al cuore stesso) sino a giungere ad una condizione di insufficienza cardiaca.
Le alterazioni cerebrali sono legate al danno della circolazione encefalica che può manifestarsi con quadri acuti come l'ictus o una lenta perdita di alcune funzioni come la memoria, l'attenzione, l'orientamento temporo-spaziale.
I danni retinici sono ovuti ad un progressivo restringimento arteriolare con aree ischemiche e progressiva diminuzione della vista.
Sul rene l'ipertensione arteriosa provoca una progressiva diminuzione della funzionalità fino all'insufficienza renale.
A carico delle arterie di un soggetto iperteso si determinano nel tempo aterosclerosi e microaneurismi.

Una volta accertata l'ipertensione arteriosa è opportuno anche effettuara degli esami di laboratorio per poter escludere un'ipertensione secondaria cioè legata ad altre malattie.

Esami di laboratorio essenziali o raccomandati
  • Creatininemia: da preferirsi all’azotemia per valutare la funzione renale.
  • Potassiemia: l’ipopotassemia fa sospettare un’ipertensione da mineralcorticoidi (ormoni che regolano l'equilibrio idro-elettrolitico), e permette di valutare gli effetti della terapia diuretica. L’iperpotassiemia è indice di insufficienza renale.
  • Glicemia: a digiuno (ed eventualmente due ore dopo il pasto); segnala il fattore di rischio diabete.
  • Colesterolemia: un’ipercolesterolemia segnala un altro importante fattore di rischio cardiovascolare.
  • Emoglobina: l’anemia può essere indice di insufficienza renale.
  • Ematocrito: suggerisce variazioni del volume plasmatico.
  • Elettrocardiogramma: criteri di ipertrofia e sovraccarico ventricolare sinistro, ipertrofia atriale sinistra; infarto miocardico ed angina pectoris.
  • Radiogramma del torace: profilo cardiaco, dimensioni dell’aorta.
Escluse altre possibili cause si parla quindi di ipertensione arteriosa essenziale. I farmaci utilizzati appartengono a diverse classi che comprendono:
  • I diuretici che aumentano la diuresi e riducono quindi il contenuto liquido nei vasi
  • I beta-bloccanti che agiscono diminuendo la freuenza cardiaca e la forza di contrazione del cuore
  • I calcioantagonisti che determinano vasodilatazione
  • Gli ace-inibitori che intervengono sui meccanismi renali della regolazione della pressione arteriosa
  • Gli alfa-bloccanti che producono vasodilatazione
Questi in genere sono i farmaci più utilizzati. Si comincia con un solo farmaco e se è necessario si aggiungono altri.
In associazione alla terapia farmacologica può essere d’aiuto un trattamento non farmacologico che può rappresentare l’unico provvedimento necessario a normalizzare i valori pressori nei soggetti con ipertensione lieve (pressione diastolica ripetutamente tra 90 e 95 mmHg).
  • Riduzione del peso corporeo: nei soggetti in sovrappeso.
  • Modificazione della dieta: riduzione del sale, dieta ricca di olio di pesce, incremento dietetico del rapporto grassi polinsaturi/saturi.
  • Abolizione di alcool e fumo.
  • Esercizio fisico regolare.

2 commenti:

67567 ha detto...

Molto ben fatto come al solito! ;-)
Volevo segnalarti un piccolo articolo che avevo scritto tempo fa sulla pressione arteriosa e metodi di misurazione:

http://mondinvisibili.wordpress.com/2009/07/22/pressione-arteriosa-blood-pressure/

A presto.

Flavio ha detto...

L'ipertensione non è solo un rischio per la salute in sé, ma di solito è la causa di molti altri seri problemi di salute. Inoltre, varie altre malattie, anche alcune apparentemente innocue come l'impotenza, possono segnalare l'ipertensione. Pertanto, è necessario controllare la pressione sanguigna regolarmente con il passare degli anni. L'ipertensione non curata provoca danni alle arterie e questo è il motivo principale per cui alla fine porta all'impotenza. Pertanto, l'impotenza è trattata con farmaci come sildenafil, tadalafil e vardenafil che sono in realtà vasodilatatori, cioè farmaci che abbassano la pressione sanguigna. Ad esempio, il tadalafil oltre al trattamento della disfunzione erettile è anche approvato come terapia per l'ipertensione arteriosa polmonare. Infatti, il famoso farmaco sildenafil (Viagra) è stato scoperto mentre si cercava un trattamento per il dolore toracico correlato al cuore. È inutile dire che esiste un legame tra l'angina pectoris (dolore toracico correlato al cuore) e l'ipertensione poiché l'ipertensione può causare danni alle arterie coronarie, causando blocchi nelle arterie e un flusso anormale di sangue al cuore.