L’aterosclerosi è una malattia infiammatoria cronica delle grandi e medie arterie che si instaura in seguito ad un danno del rivestimento vascolare interno a causa di diversi fattori.
Il termine aterosclerosi è stato prorposto da Marchand nel 1904 per mettere in evidenza la presenza dell’ateroma (dal greco athere, che significa “pappa”, ad indicare il materiale grasso, poltaceo, contenuto nelle placche). Le lesioni si evolvono con il tempo: iniziano nell’infanzia come strie lipidiche (a carattere reversibile) e tendono a divenire vere e proprie placche aterosclerotiche, che nelle fasi avanzate possono restringere (stenosi) il lume arterioso oppure ulcerarsi e complicarsi con una trombosi sovrapposta, che può portare ad un’occlusione dell’arteria.
Per arteriosclerosi s’intende invece un indurimento (sclerosi) della parete arteriosa che compare con il progredire dell’età.
La lesione caratteristica dell’aterosclerosi è l’ateroma o placca aterosclerotica, ossia un ispessimento dell’intima (lo strato più interno delle arterie, che è rivestito dall’endotelio ed è in diretto contatto con il sangue) delle arterie dovuto principalmente all’accumulo di materiale lipidico (grasso) e a proliferazione del tessuto connettivo.