In questa sezione verranno trattati temi inerenti sia alla Neurochirurgia che alla Medicina generale.
Di seguito trovate gli approfondimenti per quanto riguarda le principali patologie che trattiamo presso le Unità Operative di Neurochirurgia dell'Ospedale Meyer di Firenze e del Policlinico "Le Scotte" di Siena


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mercoledì 18 marzo 2009

Diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 è un disordine cronico caratterizzato da anomalie a carico del metabolismo dei carboidrati, delle proteine, dei grassi. Per il concetto di diabete e per i criteri diagnostici leggi l'articolo "Diabete di tipo 1".

L'incidenza del diabete tipo 2 è in continua crescita assumendo ovunque proporzioni epidemiche.
I motivi alla base di questo incremento sono da ricercarsi nei profondi cambiamenti dello stile di vita delle persone avvenuti negli ultimi decenni: in particolare, stile di vita sedentario, dieta ricca di grassi e povera di fibre, obesità costituiscono le cause principali.

Il diabete tipo 2 rappresenta il risultato di uno stato di insulino-resistenza a livello di tessuto muscolare e adiposo e della concomitante alterata secrezione di insulina. Queste concause portano all'aumento della glicemia.

Il diabete mellito tipo 2 rappresenta il disordine endocrino-metabolico più diffuso nel mondo: colpisce il 5-10% della popolazione dei Paesi industrializzati e rappresenta quasi il 90% di tutti i casi di diabete mellito.
Per il metabolismo degli zuccheri è importante l'insulina, un ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas.

Nella patogenesi del diabete tipo 2 si riconoscono 3 alterazioni fondamentali: a) un difetto relativo di secrezione insulinica; b) uno stato di insulino-resistenza a livello del tessuto muscolare e adiposo; c) uno stato di insulino-resistenza a livello epatico.
L'obesità è un potentissimo moltiplicatore dell'insulino-resistenza.

Nelle fasi iniziali della malattia diabetica, in risposta allo stato di insulino-resistenza, un compensatorio aumento della secrezione insulinica da parte delle cellule beta del pancreas è in grado di mantenere nella norma i livelli circolanti di glicemia. Con il progredire della patologia, la secrezione pancreatica di insulina si riduce progressivamente, causando iperglicemia.
Non vi è dubbio alcuno che il sovrappeso e l'obesità rappresentano fattori determinanti per il rischio di diabte tipo 2.
Appare ovvia la funzione che dieta ed attività fisica devono svolgere nel piano terapeutico del paziente con diabete tipo 2.
L'esercizio fisico promuove la riduzione del peso corporeo, aumenta la sensibilità all'insulina e migliora le performances cardiovascolari giocando quindi un ruolo importante nel trattamento del diabete tipo 2.

Terapia farmacologica
Per quanto la terapia dietetica e comportamentale debbano rimanere alla base di ogni approccio terapeutico del paziente con diabete tipo 2, la stragrande maggioranza di questi pazienti richiede, prima o poi, un intervento farmacologico.
I farmaci utilizzati vengono distinti in secretagoghi (stimolano la secrezione di insulina), farmaci che ritardano l'assorbimento dei carboidrati (determinando quindi un minor aumento della glicemia post-prandiale) e farmaci "insulino-sensibilizzanti" (aumentano la sensibilità all'insulina dei tessuti periferici e del fegato).

Terapia insulinica
Per quanto raramente il paziente di tipo 2 presenti un deficit totale di secrezione insulinica, molto spesso occorre ricorrere alle somministrazioni di questo ormone soprattutto quando nè la dieta nè i farmaci riescono a normalizzare la glicemia.

Prevenzione del diabete tipo 2
Il rischio per diabete tipo 2 (DT2) aumenta con l'aumentare dell'età; inoltre esistono categorie a rischio aumentato e cioè i gemelli di pazienti con diabete tipo 2, i parenti di primo grado (fratelli e figli) di pazienti con DT2, le donne con diabete gestazionale, i soggetti obesi, tutti i soggeti con ridotta tolleranza ai carboidrati e i soggetti ipertesi.
Lo sviluppo della condizione di DT2 è un processo lento. In utero si ereditano i geni predisposti alla resistenza insulinica; segue un periodo in cui si sviluppa resistenza insulinica in cui lo stile di vita (scarsa attività fisica, cibi abbondanti e ricchi in grassi saturi) porta allo stato di ridotta tolleranza ai carboidrati; alla fine si sviluppa il diabete tipo 2.

Diversi studi hanno dimostrato l'efficacia di un intervento basato sulla dieta, sull'esercizio fisico o su entrambi nel ridurre l'incidenza di nuovi casi di DT2.
In particolare soggetti con casi di diabete in famiglia devono adottare da sempre uno stile di vita adeguato che comprenda una dieta bilanciata e senza eccessi ed adeguato esercizio fisico.

lunedì 9 febbraio 2009

Diabete di tipo 1

Diabete è un termine derivato dal greco diabanein, che significa passare attraverso, e identifica alcune malattie caratterizzate da poliuria (abbondante produzione di urina) e polidipsia (abbondante ingestione di acqua).
Esistono infatti due tipologia di diabete:

# Diabete mellito- le urine contengono grandi quantità di zuccheri; ne fanno parte:
* il diabete tipo 1, a patogenesi autoimmune
* il diabete tipo 2, familiare non autoimmune
# Diabete insipido - viene eliminate con le urine solo acqua, ma pochissimi sali.

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue legata ad un'alterata funzione dell'insulina. Questo ormone, prodotto dal pancreas, determina l'ingresso del glucosio nelle cellule. L'alterazione di questo ormone nel diabete ha per conseguenza che il glucosio non può entrare nelle cellule e quindi si accumula nel sangue.

Si distinguono generalmente 3 forme di diabete: diabete tipo 1 o giovanile, diabete tipo 2, più tipico dell'adulto, e diabete gestazionale caratterizzato da incremento della glicemia che si verifica per la prima volta durante la gravidanza.

In questo articolo sarà descritto il diabete tipo 1.

Il diabete tipo 1 interessa il 10% delle persone con diabete e insorge nell'infanzia e nell'adolescenza. Questa forma di diabete è dovuta a carenza di insulina.
L'insulina viene prodotta dalle cellule beta del pancreas, le cosiddette isole pancreatiche da cui il termine "insulina" per indicare l'ormone che qui viene appunto prodotto. Il diabete tipo 1 è causato dalla distruzione di queste cellule per cui il pancreas non produce più insulina e quindi è necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita.

La causa del diabete di tipo 1 è sconosciuta. In questi pazienti sono stati trovati anticorpi contro le cellule del pancreas che producono insulina.
Per questo motivo il diabete tipo 1 viene classificato tra le malattie cosiddette autoimmuni cioè dovute ad una rezione immunitaria diretta contro l'organismo stesso.

Il diabete di tipo 1 di solito si manifesta in maniera acuta, spesso in relazione ad un episodio febbrile, con sete (polidipsia), aumentata quantità di urine (poliuria), sensazione di stanchezza (astenia), perdita di peso, pelle secca, aumentata frequenza di infezioni.

Per fare diagnosi di diabete i criteri che si seguono sono i seguenti:

- sintomi di diabete (poliuria, polidipsia, perdita di peso) associati ad un valore di glicemia >= 200 mg/dl

oppure

- glicemia a digiuno >= 126 mg/dl

oppure

- glicemia >= 200 mg/fl durante una curva da carico che viene effettuata somministrando 75 g di glucosio.

Nel diabete di tipo 1 il deficit dell'insulina porta alla comparsa di iperglicemia a digiuno e postprandiale ma anche altre alterazioni molto importanti che riguardano il metabolismo dei grassi e delle proteine.
E' quindi necessaria la terapia insulinica sostitutiva per mantenere un profilo glicemico il più possibile normale.
La terapia insulinica multiniettiva prevede la somministrazione di boli di insulina ad azione rapida o ultrarapida ai pasti e la somministrazione di insulina ad azione intermedia-lenta.

Altre vie di somministrazione
Da alcuni anni si stanno studiando vie di somministrazione dell'insulina diverse da quella iniettiva come la via orale, nasale, sublinguale, inalatoria. La via più promettente sembra quella inalatoria. Per il paziente sarebbe notevolmente più semplice assumere l'insulina quindi senza dover praticare diverse iniezioni al giorno.
Esistono però alcuni problemi. Occorre usare una dose 10 volte maggiore quindi un maggior costo ed inoltre l'eventuale presenza di problemi respiratori potrebbe alterare l'assorbimento di insulina.

Il trattamento del diabete di tipo 1 prevede anche una dieta equilibrata ed anche attività fisica svolta con regolarità poichè il controllo del peso aiuta a ridurre la glicemia.

E' necessario inoltre che il paziente impari a misurare frequentemente la glicemia, a somministrasi l'insulina, ma anche ad aggiustare le dosi in base ai valori glicemici, al contenuto in carboidrati dei pasti, all'attività fisica.

C'è la possibilità di una cura definitiva per il diabete di tipo 1?
Sono ancora allo studio alcune soluzioni al momento non ancora praticabili. Esempi sono il pancreas artificiale, che però è ancora un oggetto ingombrante che limita notevolmente la vita del paziente, o il trapianto di pancreas. Vi sono alcuni centri che lo praticano però questi soggetti devono essere sottoposti ad una terapia immunosoppressiva per evitare il rigetto la quale predispone l'organismo ad infezioni. Quindi in genere si effettua in quei pazienti che necessitano anche di un altro trapianto come il rene.
Altra strada potrebbe essere il trapianto delle sole cellule che producono l'insulina, mentre una possibilità potrebbe essere offerta dall'ingegneria genetica. Cioè modificare il DNA di cellule prelevate dal paziente per ottenere la produzione di insulina.

Sono inoltre allo studio dei test per prevenire il diabete di tipo 1 con lo scopo di arrestare o ritardare la distruzione delle cellule beta del pancreas.