In questa sezione verranno trattati temi inerenti sia alla Neurochirurgia che alla Medicina generale.
Di seguito trovate gli approfondimenti per quanto riguarda le principali patologie che trattiamo presso le Unità Operative di Neurochirurgia dell'Ospedale Meyer di Firenze e del Policlinico "Le Scotte" di Siena


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martedì 16 dicembre 2008

Cefalea

La cefalea è un disturbo doloroso a carico della testa e rappresenta la più comune sindrome dolorosa (“mal di testa”).

Le cefalee vengono distinte in primitive e secondarie. Nelle cefalee primitive non vi è una patologia sottostante.

Le cefalee vengono definite secondarie quando invece rappresentano la manifestazione di un altro problema. Possono quindi essere:

* Post-traumatiche
* Vascolari
* Infiammatorie
* Infettive
* Tumorali
* Da ipertensione endocranica
* Da ipotensione endocranica

Analizziamo in maniera più dettagliata le forme primitive.
In tale categoria rientrano l’emicrania, l’emicrania cronica parossistica, la cefalea a grappolo, la cefalea tensiva, l’emicrania oftalmoplegica.
Tali tipi di cefalee sono anche denominate vasomotorie poiché in genere il meccanismo di base è legato ad una vasodilatazione delle principali arterie extracraniche (come l’arteria temporale che decorre davanti all’orecchio).

L’emicrania è un tipo di cefalea che colpisce una metà del cranio ed è caratterizzata da un intenso dolore pulsante. È ereditaria ed interessa prevalentemente le donne.
L’attacco emicranico può in alcuni casi essere preceduto da manifestazioni che costituiscono l’aura emicranica. Tali sintomi possono essere disturbi della vista o formicolii agli arti.
Nelle forme senza aura il dolore comincia senza preavviso.
L’attacco emicranico può avere una durata variabile da 3 a 70 ore a cui si associano sintomi cosiddetti vegetativi come nausea, vomito, fotofobia (il soggetto deve restare al buio poiché la luce accentua il dolore) e fastidio per i suoni.

Nell’emicrania parossistica, anch’essa a prevalenza femminile, gli attacchi sono in genere di breve durata ma possono ripetersi più volte nel corso della giornata.

La cefalea a grappolo è estremamente dolorosa. Si manifesta a fasi. Periodi attivi (grappoli) si alternano a periodi di remissione. Da qui il termine di cefalea a grappolo.
Colpisce soprattutto gli uomini oltre i 40 anni ed è caratterizzata da dolore intenso, bruciante, localizzato nella zona orbitale con lacrimazione, sensibilità alla luce, congestione nasale. Il dolore viene definito come “una pugnalata nell’occhio”. Possono anche essere presenti sudorazione frontale, arrossamento. Il soggetto durante l’attacco non riesce a stare fermo, si contorce. Può anche verificarsi di notte provocando l’improvviso risveglio del paziente.
Mentre nell’emicrania il soggetto trova un certo sollievo disteso a letto al buio, nella cefalea a grappolo spesso la posizione distesa risulta impossibile.

La cefalea tensiva è causata dalla contrazione dei muscoli del collo ed è generalmente associata a stress, tensione o stato ansioso. Il dolore è continuo e non pulsante come nell’emicrania e può interessare tutto il capo. Viene spesso descritto come un casco che stringe la testa.

L'emicrania oftalmoplegica è una forma rara. Si manifesta in genere una volta l'anno e può durare 3-4 giorni. Il dolore è pulsante e può colpire entrambi i lati della testa. Possono essere presenti nausea ed oftalmoplegia (cioè paralisi dei muscoli oculari con conseguente visione sdoppiata).

La diagnosi si basa essenzialmente sulle caratteristiche cliniche. In alcuni casi possono essere richiesti un Elettroencefalogramma (esistono infatti forme di emicrania-epilessia), una Risonanza Magnetica dell’encefalo (per escludere la presenza di lesioni tumorali o non) ed esami ematici per escludere forme infiammatorie come le arteriti.

In queste forme di cefalea cosiddette vasomotorie è in genere controindicata l’assunzione di farmaci antinfiammatori (aspirina, nimesulide, ibuprofen, ecc.) perché anche se attenuano il dolore hanno la tendenza a cronicizzare la cefalea.

In genere il principio del trattamento delle emicranie è di tipo preventivo. Cioè si prescrivono farmaci da assumere per un certo periodo di tempo (anche 6 mesi o più) con la progressiva riduzione dell’intensità e della frequenza delle crisi fino anche ad ottenere la scomparsa.

I pazienti che cominciano il trattamento preventivo non devono assumere antiinfiammatori. Durante gli attacchi di emicrania è possibile somministrare dei farmaci che contengono un derivato della caffeina da prendere nel momento in cui sta per cominciare l’attacco.
Nel caso della cefalea a grappolo il soggetto può trovare giovamento con l’inalazione di ossigeno puro per 10-15 minuti.

I principali farmaci utilizzati nel trattamento preventivo sono i betabloccanti e l’ergotamina. Vi sono comunque anche altre classi di farmaci che si possono utilizzare a secondo del giudizio del neurologo.
Un aspetto fondamentale da tenere presente per liberarsi definitivamente da tale sofferenza è la precisa e corretta assunzione della terapia tenendo presente che il trattamento può durare anche mesi. Quindi occorre una forte determinazione e decisione.
Soprattutto nei primi tempi il soggetto può sentirsi scoraggiato perché, nonostante l’assunzione dei farmaci, gli attacchi continuano. Questo perché il trattamento agisce a lungo tempo riducendo gradatamente l’intensità e la frequenza degli episodi. Occorre poi grande capacità di sopportazione durante le crisi dolorose resistendo alla tentazione di prendere un antiinfiammatorio.

Seguendo in maniera precisa tutte le indicazioni è possibile liberarsi definitivamente dal problema. Sono infatti numerosi i casi di pazienti ormai liberi dall’emicrania.

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